Leonardo de lorenzo

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23 maggio 2019

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Leonardo de lorenzo

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(Viggiano 1875 - Santa Barbara, California 1962)

INTRODUZIONE
Nel vastissimo ed eterogeneo panorama dei flautisti italiani dell'Ottocento e delle estreme frange di esso giunte fino alla metà del Novecento, la figura di Leonardo De Lorenzo si pone in una posizione di preminenza non solo per la qualità, la quantità e l'indiscusso valore intrinseco dell'opera svolta, ma per le valenze socio-culturali legate all'emigrazione di fine secolo e alla lenta sprovincializzazione dei musicisti appartenenti alla gloriosa, quanto sfortunata, cultura meridionale.
Senza voler sollevare polemiche di natura storica è indubbio che l'assoluto splendore musicale della Napoli borbonica si andò rapidamente offuscando dall'unità d'Italia in avanti finendo in un contenitore, di pur nobilissimi fermenti in cui non si seppero più riconoscere le matrici originali, le sostanziali differenze, gli autonomi procedimenti di sviluppo.
Divenne d'obbligo anche per "l'intellighenzia" come già per i braccianti agricoli, il divenire emigranti rivolgendo lo sguardo oltre i confini "dell'Europa delle Nazioni".
Certamente diverse condizioni politiche, economiche e di sudditanza culturale non avrebbero mai consigliato la ricerca "altrove" di una identità a lungo e faticosamente cercata ed ora negata, ma Leonardo De Lorenzo comprese istintivamente la necessità di ampliare le proprie esperienze e consentire maggior respiro alle esigenze del suo messaggio artistico che andava disegnando una architettura di portata planetaria proprio in ragione della confluenza di diversi assi culturali che, coniugando la tradizione con le istanze più moderne, avrebbero informato la nuova generazione dei virtuosi.
ASPETTI BIOGRAFICI
Nato a Viggiano, in provincia di Potenza nel cuore dell'antica Lucania il 29 Agosto 1875, iniziò lo studio del flauto ad otto anni e, seguendo la gloriosa tradizione delle "Bande meridionali", divenne flautista itinerante fino alla prima partenza per il "Nuovo Mondo" avvenuta all'età di sedici anni.
In America trovò un ingaggio in un albergo di "Cerulean Springs" nel Kentucky, ma nel 1896 tornò in Italia per adempiere agli obblighi di leva prestando servizio ad Alessandria presso la Banda Militare diretta da Giovanni Moranzoni, padre del famoso direttore del Teatro Metropolitan di New York.
Fu durante questo periodo che iniziò a comporre i celebri "Nove Grandi Studi" che rappresentano l'esempio primario della concezione tecnica intesa e pretesa da De Lorenzo.
Dopo il servizio militare riprese a viaggiare in Italia, Germania, Inghilterra e nel lontano Sud Africa dove, a Città del Capo, ottenne all'età di 25 anni il suo primo posto stabile in orchestra ed operò, nel 1903, il cambio dal vecchio flauto al moderno modello ideato da Theobald Boehm.
Qualche anno più tardi, nel 1907,fece ritorno a Napoli per completare gli studi ed ottenne i diplomi finali presso il prestigioso Conservatorio partenopeo.
Forte dell'esperienza vissuta in campo internazionale e dell'ulteriore deludente rapporto con l'ufficialità della cultura musicale italiana all'età di 34 anni, nel 1909, partì ancora alla volta degli Stati Uniti dove l'anno successivo vide riconosciuto il suo valore ottenendo l'ambito posto di "Primo Flauto" nell'orchestra Filarmonica di New York diretta, a quel tempo, da Gustav Mahler ed in cui aveva operato precedentemente Carl Wehner, allievo di Boehm e dunque testimone diretto della nuova cultura flautistica che solo sette anni prima De Lorenzo aveva interamente accettato.
Dal 1910 e per i seguenti tre anni ebbe l'ingrato e complesso compito di alternarsi nel ruolo solistico con l'eminente Georges Barrère quando quest'ultimo si trovava in tournèe con il suo ensemble.
In seguito De Lorenzo occupò altri posti di prestigio nelle orchestre di Minneapolis, Los Angeles (Symphony e Philharmonic Orchestra) e per ultimo a Rochester, perpetuando la volontà di conoscenza ed il desiderio avventuroso di impostare sempre nuovi rapporti con la più ampia società musicale del momento.
D'altronde tutta la sua storia artistica e d'apprendimento passava attraverso la gestione di sapienti rapporti di relazioni interpersonali.
Ai primi maestri italiani, nei nomi di Giacomo Nigro ed Alfonso Pagnotti della scuola di Emanuele Krakamp, si alternarono svariate personalità internazionali con modi diversi di suonare, di concepire la tradizione, con culture a volte divergenti, ma che modificate e miscelate alchemicamente seppero fornire a De Lorenzo la base su cui costruire il primo esempio di "scuola transnazionale" che proprio in America avrebbe trovato un terreno d'elezione ideale.
Durante gli anni 1923-1935 il soggiorno a Rochester lo condusse anche ad accettare la prestigiosa carica di professore di flauto presso la locale "Eastman School of Music" dove applicò la sua metodologia, attenta e precisa, alla perfetta acquisizione della tecnica e la tolleranza più assoluta verso le nuove esigenze espressive come il "vibrato", non ancora in uso abitualmente, o la posizione delle labbra di cui sosteneva l'impostazione "sorridente" rispetto alla variante "languente"proposta da William Kinkaid.
Abbiamo testimonianze interessanti delle sue lezioni e del suo dimostrare periodicamente la valenza della propria tecnica virtuosistica, ma certamente il senso più profondo della sua "lezione" è la ricerca di una sonorità ampia adatta alle grandi masse orchestrali, l'allargamento dell'estensione dello strumento e la consapevolezza armonico-verticale richiesta virtualmente anche ad uno strumentista a fiato.
Fortunatamente gran parte della metodologia di De Lorenzo fu riversata nei suoi metodi che rappresentano ancor oggi una inesauribile fonte di scoperte sia in relazione all'utilità oggettiva del lavoro proposto e dei possibili risultati che per le anticipazioni che hanno formato la base e la fortuna dei più celebrati metodi del Novecento.
Nel 1935, all'età di sessant'anni, De Lorenzo andò in pensione ed aprì una nuova pagina della sua storia dedicandosi completamente alla composizione e alla saggistica relativa al flauto.
Durante il suo pellegrinare e per tutta la vita aveva raccolto una straordinaria quantità di informazioni relative al flauto che aveva organizzato in grandi "quaderni" insieme a precisissime annotazioni in un perfetto inglese e dopo essersi ritirato in California con la moglie (la pianista Maude Peterson) si adoperò al fine di scrivere un libro, sullo stile di quello pubblicato, nel 1890, da Richard Shepherd Rockstro, che fornisse oltre ai dettagli tecnici e storici una testimonianza delle conoscenze e rapporti di amicizia che aveva intrattenuto con tutti i più grandi flautisti del mondo e da cui spesso aveva appreso notizie dirette delle vite di personaggi del calibro di Briccialdi, Ciardi, Köhler, Zamperoni, Rabboni ed infiniti altri.
L'opera, intitolata "My Complete Story of the Flute" fu completata nel 1947, ma, dopo molte traversie, trovò un editore ed un mecenate disposti alla pubblicazione solo nel 1951.
Il libro ebbe successo non solo per la messe di informazioni contenute, ma anche per il panorama offerto del pensiero musicale nella prima metà del secolo attraverso gli occhi di un immigrato la cui formazione nel "Vecchio Mondo" con flauti "vecchio sistema" aveva appena consentito la sfida determinata ad affrontare una prestigiosa carriera in America.
La popolarità, già ampiamente posseduta da De Lorenzo, fu ancora accresciuta dalla prima edizione del volume al quale si aggiunsero tre "Addenda" che ora appaiono integrate nella seconda edizione, del 1992, curata dalla "National Flute Association" americana con il valente contributo della Dottoressa Susan Berdahl. Tutto il materiale di ricerca posseduto da De Lorenzo fu donato il 25 ottobre 1953 all'Università della "Southern California" strutturato in "quadernoni", iniziati prima del secolo, e battezzati "la mia enciclopedia del sapere e dell'informazione" che furono aggiornati continuamente fino alla scomparsa di De Lorenzo avvenuta, il 29 luglio 1962 nella sua abitazione, Villa Pan, a Santa Barbara in California.
Gian-Luca Petrucci

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Via Roma, 51, Viggiano, Potenza, Basilicata, Italia

A cura di

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85059 Via Roma, 51, Viggiano, Potenza, Basilicata, Italia

Email: a.damasco@comune.viggiano.pz.it

Telefono: +39 0975 611 42

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Ultimo aggiornamento: 20 luglio 2023, 16:20

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